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Anti-corporate

Arturo Di Corinto

20/06/01

 

Se prima della rivoluzione digitale la critica allo status quo era affidata a volantini, fanzine e comizi di piazza, oggi i comitati cittadini, i gruppi per la difesa dei diritti umani e dei consumatori usano Internet ed il web per veicolare le proprie ragioni e raggiungere una platea virtualmente illimitata. E l'uso creativo di Internet e' diventato uno dei modi attraverso cui moderni guerriglieri della comunicazione supportano le proteste di piazza e attaccano la propaganda delle multinazionali che utilizzano il web come vetrina delle proprie attivita'.

[…] Oggi il maggior pericolo per la reputazione delle aziende viene da Internet, l'arma piu' innovativa a disposizione dei gruppi di pressione. L'uso che essi fanno di strumenti di comunicazione come Internet riduce il vantaggio che che il budget aziendale prima garantiva". Questa citazione e' di un esperto di public relations che cerca di insegnare alle multinazionali come contrastare l'uso creativo di internet da parte dei contestatori. www.n5m3.org

Ed a ben vedere ne hanno tutte le ragioni. I moderni contestatori sempre piu' di frequente usano Internet e il web per portare all'attenzione del pubblico i loro contenuti dissidenti e svelare il carattere ideologico e persuasivo della comunicazione istituzionale e d'impresa. Nelle forme piu' imprevedibili, come quella del plagio dei siti ufficiali di politici e aziende multinazionali.

 

La strategia e' sempre la stessa: si registra un nome di dominio (l'indirizzo Internet) che evoca il nome del bersaglio e lo si riempie con contenuti diversi a quelli che ci si aspetterebbe di trovare all'indirizzo digitato. I cyberattivisti di ®TMark (si pronuncia Art-mark) a questo proposito hanno accumulato una grossa esperienza.

Ad esempio, nell'Aprile 1999, ®TMark ha realizzato il sito GWBush.com, un sito web che a prima vista sembra essere quello del candidato repubblicano George W. Bush. Ma non lo e'. Il sito, che argomenta la dipendenza della politica americana dalle lobby industriali fa andare Bush su tutte le furie e spinge i suoi avvocati a minacciare formalmente il curatore del sito. http://rtmark.com/gwbush

Nel Novembre 1999 ®TMark ha invece pubblicato http://gatt.org  un sito contente informazioni sui piani dell'Organizzazione Mondiale per il Commercio da discutere all'ormai famoso meeting di Seattle del 30 Novembre. Il sito, stilisticamente identico a quello ufficiale dell'organizzazione, pero' metteva inaspettatamente in discussione la validita' degli assunti del libero commercio e della globalizzazione economica.

Ed hanno fatto lo stesso con il loro sito della Shell Oil http://rtmark.com/shellrtmark.html dove e' possibile reperire informazioni sui disastri ambientali e umani derivanti dallo sfruttamento intensivo delle risorse petrolifere del Centroafrica.

Quello che rende gli ®TMark diversi dagli altri gruppi che praticano il plagiarismo e il deturnamento semiotico della comunicazione e' che loro hanno un modo tutto particolare di realizzare queste campagne di sabotaggio mediatico: raccolgono i fondi delle iniziative di contro-informazione direttamente dai protestatari che le propongono, li accumulano in fondi di investimento collettivo (mutual funds) e con quel denaro pagano i webmasters, stampano manifesti e volantini, pubblicano inserzioni sui giornali, realizzano spot televisivi e radiofonici.

Piu' chiaro di cosi'…http://www.rtmark.com

 

1° BOX

Nella migliore tradizione del subvertising pubblicitario troviamo in azione gli Adbusters nordamericani, gli acchiappa-pubblicita' che si sono distinti nella contro-pubblicita' di alcol, sigarette, etc. Rivoltando i contenuti della comunicazione pubblicitaria gli adbusters descrivono la struttura nascosta del messaggio che e' quella della comunicazione persuasiva orientata al consumo di merci dannose per la salute. Sono loro che hanno ideato la campagna contro il testimonial della Philip Morris, Joe Camel, ridisegnandolo come un malato di cancro terminale nei loro spot diffusi in rete. www.adbusters.org

 

2° BOX

I siti clonati dai plagiaristi italiani:

 

Dicembre 1999 I bolognesi di www.0100101110101101.org si fanno conoscere in tutto il mondo per aver registrato il sito www.vaticano.org .Il sito, pensato per i pellegrini giubilari, da' informazioni sulle attivita' della Santa Sede leggermente diverse da quelle che un penitente si potrebbe aspettare e contiene i messaggi urbi et orbi del papa "riveduti e corretti" con semplici taglia e incolla delle stesse parole del Santo Padre. Il sito viene successivamente censurato ma i plagiaristi lo ripropongono all'indirizzo:

http://www.0100101110101101.org/home/vaticano.org

Febbraio 2001 In occasione del Terzo Global Forum, forum internazionale sul governo elettronico tenutosi a Napoli in Marzo, alcuni attivisti napoletani clonano il sito del manifestazione ufficiale www.globalforum.it , ne modificano i contenuti e lo riversano sul dominio www.ocse.org.

Il sito, successivamente censurato e' stato riprodotto in http://www.noglobal.org/ocse Contiene una critica radicale alla governance elettronica calata e indifferente ai bisogni concreti dei popoli.