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Thing.net chiuderà, per censura
Cresce in rete l'onda di indignazione per l'imminente chiusura di The Thing, provider storico punto di riferimento per gli artisti e gli attivisti newyorkesi. Centinaia i siti a rischio

Una dichiarazione di indipendenza (pagina 2 di 2)


LA DICHIARAZIONE DI INDIPENDENZA


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   Re: Bigotti e ipocriti
   Re: Bigotti e ipocriti
   Re: Bigotti e ipocriti
La risposta di The Thing sarà comunque ampia e differenziata, sia sul piano tecnico che legale. In primo luogo il network intende acquistare direttamente un pacchetto di numeri IP da ARIN.net, l'organizzazione che li distribuisce. Al momento, The Thing utilizza 255 indirizzi IP che vengono forniti da Verio. Essendone il padrone, Verio può sospenderli in ogni momento, sulla base di una semplice lamentela inviata da un'altra corporation. Per questo, The Thing sceglie la strada dell'autonomia e si appresta ad acquistare un pacchetto di 4096 numeri IP che distribuirà su una quindicina di provider di banda alta diversi. In questo modo sarà praticamente impossibile chiudere il network sulla base di una semplice lamentela.

Tuttavia l'indipendenza ha un prezzo. Il costo dell'acquisto una tantum dei 4096 IP è di $5000; dopodiché costeranno $5000 l'anno per poter essere mantenuti. Il costo dello switch al nuovo gruppo di indirizzi sarà di altri $5000 circa e lo start-up per i nuovi provider di banda alta è stimato in circa $10.000. Il costo totale ammonta a circa 25.000 $.

Per questo Thing.net ha messo online una pagina per le donazioni tramite PayPal.

In secondo luogo The Thing fornirà una risposta sul piano legale per contestare la decisione di Verio. Il suo carattere lesivo del diritto di libera espressione e dello stesso business di The Thing è stato denunciato dal Direttore Esecutivo di The Thing Wolfgang Sthaele.

Ricardo Dominguez, fondatore dell'Electronic Disturbance Theater e Senior Editor di The Thing avverte: "Gli attivisti continuano a sentire gli effetti delle minacce legali infondate da parte di grosse corporation, che possono intimare ai siti la cancellazione anche solo attraverso una lamentela al provider di banda alta. Se Thing.net sarà capace di reperire i fondi per comprare un blocco di IP, si creeranno le condizioni per un porto sicuro per le voci alternative, garantendo che alle lamentele legali seguano dei giusti riscontri, prima che gli avvisi di sgombero vengano consegnati".

Per maggiori informazioni: http://www.thething.it/


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