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Esce in questi giorni il libro
"NET.ART - L'arte della connessione" di Marco Deseriis e
Giuseppe Marano entrambi fondatori del nodo italiano di TheThing e
animatori della scena net.artistica internazionale. Il
libro edito dalla milanese ShaKe (224 pagine, 15 euro) è
una vera e propria bibbia di pratiche artistiche non
convenzionali nata nella rete e per la rete.
Un fonte
infinita di suggestioni e suggerimenti per ogni guerrigliero
del marketing. |
Siamo orgogliosi di
poter pubblicare in anteprima il capitolo relativo a uno dei
gruppi più interessanti del panorama: gli
YesMen. |
L'uomo dal fallo d'oro
Chiudiamo
gli occhi e immaginiamo di trovarci di fronte un consesso. Più
precisamente, una convention internazionale di ricercatori,
scienziati e industriali che discutono del futuro della fibra
tessile. La platea è ora ammaliata da un oratore che indossa una
tuta dorata, da cui fuoriesce un gigantesco fallo gonfiabile della
grandezza di una mazza da baseball. Non si tratta di un megalomane,
ma, apparentemente, di un rappresentante della World Trade
Organization. Illustrando le proprietà della sua tuta, l'uomo spiega
quanto sia duro il lavoro del manager che deve organizzare la
manodopera remotamente.
Dice che nell'era del telelavoro la sua Management
Leisure Suit rappresenta la soluzione a due problemi di gestione
cruciali: "come mantenere i rapporti con i lavoratori a distanza e
come mantenere la propria salute mentale di manager con il giusto
correspettivo di relax". La platea di professori lo ascolta con
interesse stupito e, alla fine, gli dedica un lungo applauso.
Apriamo ora gli occhi e cerchiamo un appiglio nella realtà.
Le pagine finanziarie dei giornali finlandesi dell'agosto 2001 ci
indicano una pista. L'uomo con la tuta dorata e il gigantesco fallo
appare qui ritratto in diverse fotografie. Secondo i giornali si
chiama Hank Hardy Unruh e partecipa, in qualità di rappresentante
del WTO, al seminario "Fibre e tessuti per il futuro" che si tiene
presso l'Università della Tecnologia di Tampere, i giorni 16 e 17
Agosto. Ad invitarlo è stato il professor Pertti Nousiainen
dell'Istituto di Scienze dei Materiali in Fibre, che ha organizzato
l'incontro per celebrare i 90 anni della ricerca scientifica nel
tessile in Finlandia. Oltre a vari luminari del settore, il
programma prevede anche un intervento del Commissario Europeo Erkki
Liikanen.
Nonostante l'outfit quanto meno singolare, per il
professore Nousiainen la presentazione di Hardy Hunruh "è stata un
successo. All'esterno vestiva in modo normale. Tutti si chiedevano
come mai avesse una zip sul retro della giacca". Dopo che Hunruh fa
lo strip-tease grazie a un aiutante, e inizia a gonfiare il fallo di
plastica con una bomboletta a gas, in molti si chiedono chi sia
costui. Ma nessuno fiata. La platea lo segue in religioso silenzio,
mentre elogia l'efficienza e la produttività del lavoro schiavile e
si lancia in ardite digressioni storiche sull'inutilità della guerra
civile americana (che avrebbe portato all'abolizione della
schiavitù) o della disobbedienza gandhiana (bollata come un
movimento anti-globalizzazione). Un panegirico del libero mercato
che raggiunge l'apice con la presentazione della Management Leisure
Suit, una tuta ideata dal WTO, che consentirebbe ai manager di
monitorare gli operai tramite dei chips direttamente collegati al
loro corpo. Secondo Hardy Unruh "se non vi sono problemi nella
produzione, la tuta trasmette impulsi positivi" rilassando il
manager e, per riflesso, il lavoratore stesso.
L'appendice fallica sarebbe invece una sorta di terzo occhio,
tramite il quale il dirigente può controllare direttamente i
lavoratori, video-sorvegliati 24 ore su 24. In questo modo,
"favorendo la comunicazione totale all'interno del suo corpo - su
una scala mai possibile prima - la corporation diventa un unico
corpus".
Chiudendo il suo paradossale intervento con un
ambiguo "grazie, sono molto eccitato di essere qui" Hardy Unruh
incassa il suo applauso e relative congratulazioni. A nessuno, tra
scienziati e professori universitari, viene in mente che possa
trattarsi di un impostore. Neanche a Nousiainen che aveva scritto
alcune settimane prima un'e-mail al WTO, invitando al seminario il
Direttore Generale Mike Moore. Eppure il professore non sa di non
aver contattato il vero WTO, ma i gestori del sito gatt.org, che
emula perfettamente la grafica e il linguaggio del sito ufficiale
dell'Organizzazione Mondiale del Commercio. In realtà gatt.org è
gestito dagli Yes
Men, un gruppo di attivisti che lo hanno ricevuto in donazione
da ®™ark dopo il
round di Seattle.
L'arcano è dunque svelato. Quando gli Yes
Men ricevono un invito da qualcuno che scambia il loro sito per
l'originale, rispondono fingendosi veri funzionari del WTO. Inviano
quindi un sostituto di Mike Moore, essendo quello del Direttore
Generale un volto troppo conosciuto per poterlo rimpiazzare con un
attore. Quando il sostituto si presenta alla conferenza porta fino
alle sue estreme conseguenze la filosofia neo-liberista, mettendo
alla prova la capacità di critica e di reazione del pubblico. Il
quale, non potendo mettere in discussione l'autorevolezza di chi
parla, accetta ogni genere di argomentazioni.
Il "colpo" di
Tampere non è né il primo né l'ultimo della serie. Già nell'Ottobre
del 2000 gli Yes Men avevano inviato un certo doctor Andreas
Bilchbauer a una conferenza organizzata dal Centre for Legal Studies
di Salisburgo. Anche in quella occasione, Bilchbauer aveva sostenuto
delle tesi a dir poco singolari: il fallimento della fusione
KLM-Alitalia sarebbe stato dovuto al fatto che "gli Olandesi
lavorano di giorno e dormono di notte, mentre gli Italiani dormono
anche di giorno". Le democrazie rappresentative andrebbero
modernizzate attraverso una riforma radicale del sistema elettorale
basato sulla messa all'asta del voto al miglior offerente (Vote
Auction). Anche in quell'occasione, nessuno degli avvocati presenti
aveva avuto nulla da obiettare. Solo nel momento in cui il gruppo
aveva inscenato l'assurda morte del rappresentante (colpito da una
torta in faccia intossicante) a qualcuno erano sorti dei dubbi.
Nel
maggio 2002 gli Yes Men hanno messo a segno altri due colpi. Il
primo all'Università di Plattsburgh, una cittadina dello Stato di
New York, vicina al confine col Canada. Questa volta, il
rappresentante del WTO, Kinnithrung Sprat era in compagnia di Mike
Bonanno, responsabile Public Relations di McDonald.
Dopo
aver offerto agli studenti degli hamburger McDonald, i due hanno
illustrato agli studenti un programma per combattere la fame nel
mondo: il riciclaggio di carne bovina tramite filtraggio. Si tratta
di un metodo per filtrare e riciclare gli hamburger fino a dieci
volte, dopo che il consumatore l'ha digeriti e defecati. In questo
modo i prezzi al consumo diventerebbero abbordabili anche per quei
due miliardi di persone che non possono ancora permettersi un
hamburger "fresco al 100%". Poiché l'uomo "aspira naturalmente a una
qualità migliore" - argomenta Sprat - quando il consumatore ha
consumato un hamburger riciclato due o tre volte, "può vendere il
suo sottoprodotto agli altri consumatori che vengono dopo. Si
sviluppa così un'economia del traino, che consente alle popolazioni
sottosviluppate di consumare a volontà, senza ricorrere a forme di
socialismo come la chirurgia dello stomaco o il protezionismo". In
questa occasione, la platea di studenti di Plattsburgh non l'ha
presa bene, anche perché i due hanno rivelato che gli hamburger
distribuiti gratuitamente prima dell'inizio della conferenza
contenevano un "20% di scarto da post-consumatore".
L'ultimo
stunt degli Yes Men è avvenuto a Sydney, a distanza di pochi giorni
dall'apparizione precedente. Di fronte a una platea attonita di
contabili, Sprat ha snocciolato la serie impressionante di dati
statistici che stavano spingendo la WTO a sciogliersi e "a
rifondarsi come Trade Regulation Organization (TRO),
un'organizzazione che si ispira alla Carta dei Diritti Umani delle
Nazioni Unite". Tra questi, l'aumento dal 1980 "del 50% delle
persone che vivono con meno di 2 dollari al giorno, il crollo
dell'export nelle nazioni meno sviluppate (dal 40% allo 0.4%),
l'impossibilità per queste nazioni di mantenere persino un ufficio a
Ginevra". Ripresa da alcuni siti, la notizia era rimbalzata fino al
Canada grazie al sistema di vasi comunicanti delle mailing lists.
Era quindi piombata sul tavolo del deputato John Duncan. Giunto il
suo turno nel question time del Parlamento, Duncan aveva rivolto
un'urgente interrogazione al Ministro del Commercio chiedendo come
il Governo canadese avrebbe affrontato le dispute commerciali ora
che la WTO aveva deciso di sciogliersi. Chiaramente sorpreso dalla
domanda, il Ministro aveva risposto con la un generico il "Governo
canadese continuerà a dibattere le sue cause presso la WTO". Poche
ore dopo la WTO era costretto a una secca smentita ufficiale dal
quartier generale di Ginevra.
Gli esperimenti degli Yes Men
sono dunque dei veri e propri test sulla soggezione all'autorità
nell'era del mercato globale. Sebbene non abbiano un intento
scientifico, ricordano quel Milgrim Authorithy Test con cui nel
1963, uomini e donne americani venivano invitati a Yale per
rilasciare delle scariche di elettroshock a un uomo che rispondeva a
un questionario. Ogni volta che l'uomo (un attore in realtà) forniva
una risposta errata, l'interrogante doveva inviargli una scarica
elettrica di intensità crescente (fittizia ovviamente). Con le
ultime scosse l'attore simulava sofferenze atroci, di una persona
prossima alla morte. Tuttavia, incredibilmente, in pochissimi
rifiutavano di assumere il ruolo di torturatori. Per la maggior
parte dei partecipanti l'autorità dell'istituto e la necessità di
eseguire il test scientifico fino in fondo, rappresentavano una
garanzia sufficiente per proseguire in un simile lavoro.
Se
gli americani del Milgrim Authorithy Test avevano un livello di
istruzione media gli Yes Men si presentano di fronte a platee di
avvocati e ricercatori di fama internazionale. Tuttavia, l'autorità
del WTO sembra essere tale da azzerare ogni capacità di critica
soggettiva. "Nel nome del WTO, uno potrebbe anche arrivare a
giustificare l'omicidio, senza tener conto dell'intelligenza e della
preparazione del pubblico" afferma Bilchbauer-Hardy-Sprat.
Acquisendo autorità grazie al gioco identitario della Rete e
usando abilmente codici del marketing, gli Yes Men riescono ad
infiltare in quei templi della nuova economia globalizzata innescano
una matrice performativa altamente immaginativa. Per realizzarla si
appoggiano a un ampio network di collaboratori, che li aiuta a
curare ogni dettaglio. Dai sarti che preparano "i costumi di scena",
ai designers e animatori 3D che realizzano la grafica delle
presentazioni in Power Point, a un team di programmatori (The Yes
Men Spit) che scrive software per mantenere sempre aggiornati i siti
clonati. Uno dei problemi principali del plagio online è che la
rapida evoluzione del web può rendere l'originale e il clone molto
dissimili nel giro di pochi giorni. Per ovviare a questa perdita di
fedeltà la Special Initiative Programming Task (SPIT) degli Yes Men
ha creato un software chiamato Reamweaver che va installato su un server che
supporti il Perl e il cgi e il Php. Una volta installato, Reamweaver
effettua automaticamente una copia del sito target, e ne monitora
ogni aggiornamento riproducendolo in tempo reale sul sito clone. La
grafica rimane la stessa ovviamente, mentre è possibile operare una
serie di sostituzioni testuali (ad esempio Bin Laden con Satana o
George W. Bush con Leader) intervenendo su un file di testo
(substitutions.txt). Le parole chiave possono essere sostituite
anche con più termini alternativi, che verranno selezionati in basi
alle percentuali indicate (ad esempio si può stabilire che Silvio
Berlusconi venga sostituito il 50% delle volte con Piccolo Cesare e
un altro 50% con Re Mida).
(tratto da NET.ART L'arte della connessione di
Marco Deseriis e Giuseppe Marano - ed.Shake
2003)
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